Gusto, storia e inviti a nozze alla corte di Acquaviva Picena



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L'imponente mastio della rocca di Acquaviva

Un gioiello dell’architettura rinascimentale marchigiana a dominio della valle del Tronto incastonato in un borgo medievale cinto da mura.
Acquaviva Picena è un vero e proprio crogiolo di storia che non taglia mai il filo delle origini e accoglie i suoi visitatori in un’atmosfera unica. Abitato sin dalla preistoria il sito di Acquaviva annoda le sue origini alla stirpe sabina dei Piceni,emigrata nella zona secondo i dettami della Primavera Sacra: il Ver Sacrum era un rituale sabino che prevedeva il sacrificio di tutto ciò che nasceva tra il 1 marzo e il 30 aprile e che venne sostituito, per quanto concerneva gli umani, da un loro allontanamento dalla collettività. Queste genti, guidate secondo la tradizione da un picchio, uccello sacro a Marte, giunte nella nuova terra vi impiantarono tradizioni e culti.

Sull’effettiva nascita del borgo, il cui toponimo compare per la prima volta nell’anno 947 le ipotesi si moltiplicano: una delle più accreditate vuole che i cittadini di Truentum e Castrum Truentinum, vessati dalle continue incursioni ad opera dei Longobardi, cercarono scampo in altri borghi che vennero però presto abbandonati in quanto poco sicuri. Le popolazioni trovarono  rifugio sulle colline più distanti dalla costa e qui vi fondarono diversi villaggi fortificati tra cui, appunto, Acquaviva. Originariamente il borgo fu farfense per divenire poi feudo degli Acquaviva, potente famiglia che nel XIII secolo vi edificò una fortezza.

Posto a 7,500 chilometri dal mare, il paese, interamente cinto da mura e bastioni, è situato su due colli ai quali fa da baricentro  la piazza principale, di forma allungata, che abbraccia le due colline: su quella occidentale sorge la rocca, sede del museo delle Armi Antiche e scenario di una suggestiva rievocazione storica a ricordo delle nozze del Duca Rinaldo, e su quella orientale la Terra Nova, l’ampliamento dell’abitato di età rinascimentale. Le due parti del borgo, Terra Vecchia e Terra Nova che si aprono sui due colli, costituiscono oggi rispettivamente i Rioni della Rocca o dell’Aquila e del Colle o della Civetta e dal 1988 si sfidano in occasione del Palio del Duca.

Nel corso del Rinascimento unitamente all'espansione dell borgo  venne rinnovata l’antica rocca che, grazie a Giovan Francesco Azzolino il quale coinvolse il grande architetto fiorentino Baccio Pontelli, divenne uno dei più importanti esempi di fortificazione rinascimentale.

La sua pianta a quadrilatero irregolare racchiude una corte centrale con posso con i vertici rafforzati da torrioni: il Mastio, quello più alto, con i suoi 22 metri di altezza, presenta una scarpa fortemente accentuata. L’interno del castello, composto da due vani voltati tra loro e collegati da una scala in muratura ospita attualmente il museo delle armi antiche. L’incantevole vista che si apre dalle vette del Mastio si replica attraverso le feritoie da fuoco del torrione pentagonale e dall’alto delle altre due torri, di pianta pentagonale e quadrata, destinate ad armi leggere. 

Partendo dall’antica Porta del Sole, oggi Porta di Piazza, passeggiando lungo le strade del borgo raccordate tra loro da rampe gradonate e profumate dalle fragranze dei dolci tipici (spumini, crostini alle mandorle e le pesche, le pastafrolle ripiene di cioccolato e bagnate di alchermes), è possibile ammirare le delicate decorazioni dei portali e i pittoreschi vicoli, come quello del Trabucco (dal nome della macchina bellica che qui era posizionata) per giungere nella seicentesca chiesa di San Lorenzo  e visitare il più antico complesso monastico marchigiano, la chiesa e il convento di S. Francesco fondati, secondo tradizione, dallo stesso Santo d’Assisi. Tappe immancabili son la visita al museo della pajarola, il tipico cesto di paglia della tradizione artigiana e il percorso del gusto per assaporare, nei ristoranti del centro storico o negli agriturismi delle campagne, i piatti tipici del borgo accompagnati dai meravigliosi vini Doc come il Rosso Piceno Superiore ed il bianco Falerio dei Colli Ascolani.

Invito a nozze...ducali!

Un momento del Palio del Duca

Chi visita Acquaviva nel mese di agosto avrà l’onore di partecipare ai festeggiamenti nuziali del Duca Rainaldo. Dal 1988 si tiene infatti  la manifestazione medievale Sponsalia che ricorda il matrimonio, del 1234, tra la bella Forasteria, figlia di Rinaldo degli Acquaviva detto il “Grosso” e Rainaldo dei Brunforte signore di Sarano e Vicario di Federico II. Così il primo venerdì di agosto, il giovedì antecedente e la domenica successiva, il borgo si veste a festa e, dentro le mura della maestosa fortezza medievale, si alternano giochi, spettacoli, balletti e musiche medievali che si concludono con l’elegante banchetto nuziale al quale tutti sono invitati.

Nella giornata di giovedì il borgo dà vita a una suggestiva sfilata in abiti d’epoca  e le strade si animano di mercanti, falconieri, artisti di strada che di tanto in tanto transitano per le locande medievali;  intanto, all’interno della chiesa di San Nicolò, vengono benedetti palio e drappo e si tiene la cerimonia dell’impalmazione, il fidanzamento tra Rinaldo e Forasteria che pronunceranno, nella splendida cornice della Piazza del Forte, il fatidico “Piace piace Volo volo” davanti al duca Rinaldo degli Acquaviva e ai Notai. I futuri sposi vengono accompagnati da un folto corteo di notabili, armigeri, sbandieratori, damigelle, popolani, ognuno dei quali accompagnato dallo strumento del proprio lavoro. Il venerdì  nella splendida cornice della Piazza del Forte, si affrontano nel Palio del Duca, in una tradizione lunga 23 anni, i due rioni di Aquila e Civetta in una sfida che dura da ben 23 anni, nelle gare di: Corsa delle Pajarole, Taglio del tronco, Tiro alla fune con la Ruota del Duca, Corsa con i sacchi.Il Rione vincitore riceve in dono il "drappo"dipinto da un artista.

La fortezza medievale, in una cornice di bracieri, fiaccole, musiche canti e balli medievali ospita il banchetto di nozze dove si potranno gustare le ricercate specialità della corte degli Acquaviva all’interno di ciotole di terracotta utilizzando, come unica posata, un mestolo di legno. A chiusura del banchetto gli ospiti gusteranno i famosi biscotti di Forasteria e riceveranno in dono la coppa di terracotta, opera di Cesare D’Antonio, raffigurante la fortezza e la ciotola Sposalia del Duca Rainaldo.

Acquaviva è un borgo che sorprende tutto l'anno con i suoi eventi e con i mercatini. A tal proposito, per gli appassionati di antichità e di oggetti particolari e curiosi vale una visita al mercatino dell'artigianato (tutti i mercoledì di luglio e agosto) e chi vuol vivere ad Acquaviva la magica atmosfera di Natale si ritroverà immerso nel presepe in abiti medievali che da metà dicembre colora le vie del centro storico. Ancora una forte impronta della tradizione nella sentita processione del Venerdì Santo dove, in un'atmosfera surreale dove le uniche luci son quelle delle torce, vengono portate in processione otto statue che accompagnano la bara del Cristo Morto risalente al XVII secolo.

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Pubblicato il

07 novembre 2011

Dove

Acquaviva Picena (AP)

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