Al paese, sulle prime alture che dalla valle del Cornia salgono verso le Colline Metallifere, si arriva in breve dal mare, deviando di una decina di chilometri verso l’interno dall’Aurelia, all’altezza di Venturina. Il paesaggio, intensamente rurale, è sospeso tra collina e Maremma toscana, lo sguardo arriva al Tirreno e all’isola d’Elba. Dai boschi di sughere (o suvere) viene il nome stesso del borgo, olivi e vigne coprono i declivi e larghi parti del piano e non sorprende che olio e vino (Doc Val di Cornia) dominino tavole, sagre, fiere e rassegne estive che si tengono all’interno della quasi intatta cinta di mura. Il castello, a lungo feudo degli Aldobrandeschi, soggetto a Pisa, poi compreso nel Principato di Piombino, infine (dal 1815) incluso nel Granducato di Lorena, si spopolò e ripolò insieme all’intera val di Cornia. Oggi apre le sue antiche, quiete atmosfere al visitatore in cerca di cultura, natura, sapori. Ancor prima della medievale porta d’accesso si vede la chiesa di S. Giusto (sec. IX-XII), romanica, dal bel portale con decorazioni di gusto bizantino. Poi ci s’inoltra salendo nel dedalo delle vie di Suvereto, tra case color della pietra sovrastate dai cospicui resti della Rocca fondata nel IX secolo. Spiccano la settecentesca chiesa di S. Maria, il Palazzo comunale, dei primi del ’200, con scala esterna coperta e snello campanile a vela, il chiostro superstite della chiesa di S. Francesco (1228), trasformato in piazza della Cisterna.
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