Questa cittadina della Tuscia - l’antica Vicus Orchianus - fu una fedelissima alleata di Roma. A dimostrarlo sta il simbolo della Lupa romana su porte e finestre e la scritta S.P.Q.R. sullo stemma comunale. Spettacolare la sua posizione, sopra un banco di tufo all’incrocio di due corsi d’acqua che scorrono in profonde gole, con case alte e strette, spesso fornite di una scala esterna quasi in bilico sulla roccia. La miglior passeggiata si può fare nel quartiere medievale, uno dei più interessanti del Viterbese, racchiuso tra mura merlate presidiate da torrioni trecenteschi. Passegiando tra le strette vie si raggiunge la piazzetta del Palazzo comunale e della casa del Podestà, con al centro una raffinata fontana “a fuso” decorata con i simboli degli Evangelisti. All’interno della sede comunale, è custodito un archivio con preziose pergamene del Duecento. Poco fuori dall’abitato si distingue la chiesa di S. Nicola, con all’interno affreschi di scuola viterbese che raffigurano scene della vita di Gesù e dei Santi. Grandiosa la scena del Giudizio Universale e la Gloria di Cristo, nell’abside (1541), mentre il dipinto più antico è quello della Madonna di S. Nicola, sull’altare maggiore che, secondo la tradizione, proteggerebbe i giovani sposi.
Il borgo medievale si presenta omogeneo e ben conservato, racchiuso all’interno di mura intatte e circondato da un contesto naturalistico di rilevante interesse. Presso gli attrattori storico-culturali, è presente una segnaletica di informazione esteticamente gradevole e di basso impatto visivo.
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