Il più tangibile documento che rivela l’antichità del territorio di Sardara, nella piana del Campdano, è il Pozzo di S. Anastasia, tempio nuragico del IX-VIII sec.a.C., situato presso fonti ritenute fra le più importanti dell’isola per la loro efficacia curativa. I Romani, amanti di questo genere di terapie, vi fecero un vero centro termale chiamato Aquae Neapolitanae. La tradizione termale di Sardara non si è perduta; prosegue ancora oggi in moderni stabilimenti rivolti alla cura e al benessere della persona. Sardara è arroccata su uno sperone marnoso proiettato verso la piana. Il suo disegno urbano con isolati disposti a cellule è il risultato di aggregazioni progressive. La parrocchiale dell’Assunta è una fabbrica romanico-gotica (sec. XIV-XVI), ma la posizione d’onore, fra gli edifici religiosi, spetta alla vicina ex-parrocchiale di San Gregorio, ritenuta una delle più rilevanti chiese trecentesche della Sardegna. Il copioso materiale votivo rinvenuto nei pressi del monumento e in altri siti della zona, fra quelli di ben venti complessi nuragici, compone oggi il patrimonio del locale Museo archeologico Villa Abbas. Fra le attrattive dei dintorni occorre menzionare le rovine del castello di Monreale.
La località si distingue per la buona erogazione delle informazioni turistiche grazie al sito web del comune, completo, esaustivo e orientato al visitatore. Notevole è la presenza di numerosi siti di grande valore storico culturale ed ottima l'accessibilità al luogo. Le strutture ricettive e ristorative sono adeguatamente differenziate e di buon livello.
Sconto 50% sull’ingresso al Museo civico archeologico Villa Abbas e al pozzo di S. Anastasia.
Ceramica locale in omaggio.
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