Il nome Cocconato, centro in alta collina (491 metri s.l.m.) in provincia di Asti, a 20 km dal capoluogo e non distante da Torino, deriva dal nome latino “cum conatu”, a testimonianza dello sforzo che occorreva per arrivarci, in un tempo senza automobili, risalendo lentamente a cavallo le tortuose strade collinari.
Conosciuto come la “riviera del Monferrato”, grazie al particolare microclima in tutte le stagioni, Cocconato si erge in una posizione appartata, quasi aristocratica, emergendo come un’isola felice dai freddi e dalle nebbie delle zone sottostanti, mentre l’estate è fresca e piacevolmente areata.
Il clima alquanto temperato conferisce caratteristiche ottimali per molte colture di pregio: interessanti sono la crescita e la riproduzione di essenze arboree quali la palma, l’ulivo e la mimosa. Diffusa è la pratica della raccolta dei pregiati tartufi bianchi.
Quattrocentesco palazzo, con belle finestre in cotto decorato, il Palazzo Comunale rappresenta uno dei rari esempi per il Piemonte di edifici civili in stile gotico. Il palazzo ha un cortile con portici a sesto acuto, sui quali si affacciano piccole botteghe artigiane. La costruzione, a pianta irregolare che segue l’andamento della strada, ha tre piani fuori terra dalla parte verso la via e due dal lato del cortile, dove si trova l’ingresso del Municipio. Il cortile del Collegio (il nome ricorda la sede della scuola per l’insegnamento della grammatica, della retorica e dell’umanità fondata nel 1754) è chiuso dalle carceri mandamentali, significativo esempio di edificio di servizio ottocentesco.
Parzialmente nascosta dagli alberi, la Torre di Cocconato è uno degli elementi caratterizzanti il paesaggio del comune monferrino. Oggi villa privata, l’edificio ha avuto una lunga ed interessante storia che inizia nei primi anni del X secolo. Cocconato "leggeva" dalla sua torre i segnali provenienti, in catena, da Torino a Superga, da Superga ad Albugnano e li ritrasmetteva a Villadeati e, di colle in colle, fino al capoluogo lombardo. Erano gli anni fra il 1809 e il 1814. Oggi, della torre, le cui origini si perdono intorno al X secolo, inglobata in una villa privata, è conosciuto essenzialmente il profilo tondeggiante, che contraddistingue il paese. Pochi sanno, forse, che nel secolo scorso la costruzione fu adibita a mulino a vento, uno dei pochissimi realizzati in Piemonte, mentre un pauroso incendio là divampato, e alla necessità di domare le fiamme, si fa risalire popolarmente la nascita della tradizionale corsa degli asini, allorchè il popolo tutto, a dorso di quadrupede appunto, avrebbe fatto giungere alla torre la sua catena di faticosi quanto provvidenziali secchi d'acqua. Attinti, forse, dal laghetto esistente fino agli anni '30 ai piedi della torre, in cui confluivano le acque piovane e sorgive, scrupolosamente conservate per il fabbisogno idrico di un paese elevato, abbarbicato su ripidi pendici.
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