Approfondimento

Tra ambiente e letteratura a Portico e San Benedetto

Tra ambiente e letteratura a Portico e San Benedetto

Il Comune di Portico e San Benedetto fa parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Istituito nel 1993, è situato nell'Appennino settentrionale, tra le province di Forlì-Cesena, di Arezzo e di Firenze. Le quote del Parco variano da 400 a 1.658 metri: il Monte Falco (1.658 m) ed il Monte Falterona (1.654 m), da cui sorge il fiume Arno, sono le vette più alte.

La fauna del Parco si caratterizza per la più importante popolazione di lupo dell’Appennino settentrionale e per la consistente presenza di cinque specie di ungulati: cinghiale, capriolo, daino, cervo muflone. Tra gli uccelli sono presenti, grazie alla diffusione di piante ad alto fusto e a particolari condizioni climatiche, diverse specie di picchi. Tra i rapaci troviamo il falco pecchiaiolo, lo sparviero, l'astore, la poiana e il barbagianni. Sul versante romagnolo nidificano invece l'aquila reale, il gufo reale e il falco pellegrino. La flora è ricca e varia a seconda dell'ambiente interno al parco.

Per la varietà degli ambienti, in seguito all'approvazione ed entrata in vigore del Piano del Parco, il territorio è suddiviso in quattro zone, classificate secondo il regime di tutela al quale sono sottoposte.

Tra i numerosi percorsi e passeggiate naturalistiche proposti, un sentiero che parte da San Benedetto in Alpe è particolarmente famoso perché conduce, lungo la valle dell’Acquacheta, fino all’omonima cascata citata da Dante nella Divina Commedia (Inf. XVI, 94-102). La cascata dell'Acquacheta è oggi meta di turismo sia per il valore letterario del luogo (che rientra nei cosiddetti "parchi letterari"), sia per il suo valore naturalistico.

Proseguendo si giunge poi al cospetto di un’altra cascata, dalla diversa morfologia: quella del torrente Lavane che scorre su una ripida e levigata parete rocciosa. Da qui si sale poi verso l’incredibile “Piana dei Romiti”, un altopiano alluvionale, contornato dalle alte vette appenniniche, che ospitava l’eremo dell’Abbazia. Caratteristico in questo punto è un dente di roccia che si protende nel vuoto e che viene tradizionalmente chiamato “il letto di Dante”: si tratta di un eccezionale punto panoramico che domina l’intera valle del torrente Acquacheta.

Tra sorgenti e punti panoramici, si arriva alla fine del percorso in prossimità del Centro Visite del Parco, dove sono illustrati gli aspetti storico-culturali del territorio, con particolare riguardo alle memorie dantesche.