Quasi 20.000 abitanti in una città monumentale e attrezzata, snodo centrale di importanti vie di comunicazione e rimasta florida per ben quattro secoli.
La colonia romana di Augusta Bagiennorum, fondata quasi contemporaneamente ad Augusta Taurinorum (l’attuale Torino) ed Augusta Praetoria (Aosta) nel corso dell’età Augustea non fu sicuramente un centro di secondo piano ma vantava una struttura urbana complessa con monumenti, strade, terme, abitazioni e l’immancabile anfiteatro. Ed è proprio lo spirito teatrale insieme a un forte amore per l’antico e il classico ad animare maggiormente il festival di cultura classica “Ferie di Augusto”.
Grazie alla direzione artistica del regista e drammaturgo Ugo Gregoretti, a luglio, nel borgo Bandiera arancione, si respira la suggestiva aria dell’età augustea tra momenti di danza, musica, prosa e teatro visivo. L’arte della recitazione, vera colonna portante della manifestazione, si fonde sinuosamente con l’arte antica e diventa il perfetto trait d’union tra la storia di ieri e quella di oggi. Il sipario si apre, ovviamente, nella località Roncaglia, ad appena due chilometri dall’attuale capoluogo, dove un tempo sorgeva Augusta Bagiennorum. Ci troviamo, più precisamente, presso il Teatro Romano, la Cascina Ellena, l’ex Chiesa dei Cappuccini e il Palazzo Lucerna di Rorà, nel cuore della cittadina.
Una passeggiata a Bene Vagienna è, durante tutto l’anno, un raro itinerario dello spirito tra portici antichi, palazzi tra il rustico e il gentilizio, confraternite e resti imponenti della romanità.
La sua origine risale, come accennato, al periodo augusteo quando nel territorio abitato dai liguri Bagienni venne fondata Augusta Bagiennorum, una delle più importanti città dell’Italia nord occidentale, indicata dai romani come Gallia Cisalpina. Il centro, provvisto di uffici e sontuosi palazzi, venne devastato, dopo la caduta dell’impero romano, dalle invasioni barbariche e i sopravvissuti si spostarono in una zona alta e facilmente difendibile costruendo la nuova Bene. Nel corso dei secoli la città fu prima possesso del Sacro Romano Impero per poi passare tra i domini del Vescovo d’Asti a cui rimase sino al 1387 assumendo la denominazione attuale di Bene Vagienna nell’anno di proclamazione dell’Unità d’Italia, il 1861. Gli edifici monumentali della città furono probabilmente abbandonati e distrutti dagli invasori e i loro resti vennero coperti dalla terra e dimenticati sino a fine Ottocento quando studi e scoperte archeologiche prima ed eventi poi, ne hanno messo in evidenza il passato glorioso e, di anno in anno, ricordano i fasti e la grandezza di Augusta Bagiennorum.
“Le ferie di Augusto” nasce nel 2006 grazie all’intuizione di Gian Mesturino e Girolamo Angione (direttore e coordinatore dell’evento) e si avvale della prestigiosa direzione artistica di Ugo Gregoretti e della collaborazione con due realtà artistiche culturali piemontesi: la Fondazione TeatroNuovo con il Festival Internazionale Vignaledanza, e il Teatro Stabile Privato di Pubblico Interesse Torino Spettacoli, con il Festival di Cultura Classica, riuniti tutti in convenzione col Comune di Bene Vagienna. La manifestazione, in continua crescita, assume col passare degli anni una fisionomia sempre più ricca e definita grazie ai binomi di successo "classico e moderno", "luoghi e arte".
Non solo epoca imperiale, per quando presenza predominante della manifestazione, ma anche suggestioni medievali e barocche per scoprire infine l’età attuale e le sue caratteristiche culturali e urbanistiche. Quasi una passeggiata nel tempo quindi, dove il mondo antico diventa fruibile e, a tratti, contemporaneo. Rimanendo fedele al suo aspetto poliedrico la manifestazione propone, anno dopo anno, oltre alle rappresentazioni ispirate al mondo greco-romano, anche percorsi formativi, laboratori, visite guidate.
Sono un classico le cene romane dove è possibile gustare e scoprire i piatti dell'età imperiale recuperati da esperti del settore: si può assaporare il gustum, a base di pane con olive nere, miele e carote; l’ottima zuppa di farro con lenticchie e prosciutto, il pirum scortorum o pera della prostituta, il maialino ripieno con il pilleus, un cappellino di pasta di pane. Per accompagnare, in onore della dea Cerere, una buona birra di castagna o di grano saraceno.
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