I piccoli reporter arancioni di Montagnana
Ciao a tutti, siete occupati in questo fine settimana? Volete fare un salto nel passato tra dame e cavalieri, corse di cavalli e duelli?
Abbiamo una proposta da farvi: venite a trovarci e vi faremo conoscere la nostra cittadina medievale; si trova nel cuore della fertile pianura compresa tra l’Adige e i Colli Euganei.
Il nome Montagnana sembra derivi da Motta Aeniana, piccola altura sulla quale sarebbe stata costruita; tre borghi la affiancano: San Zeno, San Marco e il Frassine.
La città è famosa perché è tutta circondata da mura con merli guelfi e con 24 torri ben conservate; senza dimenticare che vi sono sono nati due celebri tenori come Giovanni Martinelli e Aureliano Pertile.
Si comincia dal castello
L’itinerario proposto inizia da porta Padova e dal castello di S. Zeno, il cui nome deriva dall’antichissima chiesa nel borgo omonimo, che fin dall’epoca paleoveneta e poi romana rappresentò un punto d’importanza militare e commerciale in corrispondenza di un ponte sul fiume Adige che qui scorreva.
Al suo interno, disposte attorno al cortile troviamo la biblioteca civica e il museo con le sezioni paleoveneta-romana e musicale.
All’esterno della porta si notano villa Pisani, del XVI secolo, di Andrea Palladio, palazzo Giusti-Chinaglia e la Loggetta veneziana del Falconetto.
Proseguendo verso il centro incontriamo palazzo Sammicheli, sede municipale, la grande piazza cui dà il nome la statua di Vittorio Emanuele II (che ha sostituito la colonna col leone di S. Marco, dono della Serenissima, abbattuta per ordine di Napoleone) e l’imponente Duomo, dedicato a S. Maria Assunta: di stile gotico-rinascimentale, ha un’unica navata, un portale classicheggiante attribuito al Sansovino e un enorme orologio con una sola lancetta; conserva opere di grande importanza come la Pala del Veronese.
Se, uscendo, giriamo a destra ci avviciniamo a porta Vicenza; invece prendendo per via S. Benedetto troviamo la chiesa omonima, anticamente sede di un monastero, trasformato poi in una scuola.
Due chilometri di mura
Se ci immettiamo in via Matteotti, sempre sotto i portici, lo sguardo cade sul palazzo veneziano Magnavin-Foratti e, sulla via opposta, sulla chiesa di S. Francesco, sede del convento delle suore Clarisse.
Procedendo in direzione sud, a sinistra si incontrano l’ospedale della Natività e porta XX Settembre, con doppia arcata e orologio, andando diritto arriveremo alla Rocca degli Alberi con la quarta porta (porta Legnago).
All’interno fino a qualche anno fa era inserito l’ostello della gioventù, ora trasferito in una nuova sede moderna.
Tutto intorno alla cinta muraria, lunga due chilometri, c’è il vallo, ampio fossato che una volta veniva allagato per difendersi dai nemici, ora invece si è trasformato in uno spazio erboso utilizzato per le passeggiate, per l’accampamento e la pista del Palio dei 10 Comuni, per i concorsi ippici e per l’esposizione degli animali durante la “Fiera del Montagnanese”.
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Alla scoperta di Montagnana guidati dai piccoli reporter arancioni
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